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Festa di sant’Anna

26-27 luglio
La festa più importante è quella in onore di Sant'Anna e San Gioacchino, in questa occasione anche il simulacro di San Martino unitamente a quello degli altri due Santi, viene accompagnato in processione per le vie del paese, al suono delle caratteristiche musiche sarde della fisarmonica e delle launeddas suonate da musicisti locali. Il corteo di fedeli giunge nella parrocchia di San Martino dove si celebra la Santa Messa.
Nel palcoscenico naturale del fiume Mare Foghe, la notte del 26, dei suggestivi spettacoli pirotecnici, detti anche "S'arroda de Sant'Anna" illuminano il parco circostante.


Festa di san Martino

11 novembre.
Ancora oggi si conserva ancora un’antica tradizione che è quella di mettere le canne alle porte delle case la notte tra il 10 e 11 novembre in occasione della festa di San Martino.
Un gruppo di giovani, la notte, si reca nelle campagne circostanti e procurano le canne fresche da sistemare, a tarda notte, sugli usci delle case di chi ha fama d’essere ottimo bevitore. Quello che diverte e che qualcuno offende, è che l’indomani mattina, giorno di San Martino, alcune porte d’ingresso non si aprono a causa dell’enorme quantità di canne e i proprietari sono costretti a fare mille peripezie per poter uscire di casa e a volte sono costretti a saltare la finestra. Per confermare il detto che “a san Martino ogni mosto è vino” gli assaggi del vino novello si susseguono nelle varie cantine del paese, con il detto “Santu Mattiu stuppa biu” che vuol vuol dire S. Martino stappa il vino.
Infatti la ricorrenza cade circa due mesi dopo la chiusura delle botti e viene quindi festeggiato nel periodo in cui di assaggia il vino novello. Con questa tradizione si segnalano le persone che troppo spesso alzano il gomito.
Il giorno della festa i fedeli accompagnano in processione, per le vie del paese, il simulacro del Santo per poi far rientro nell'omonima parrocchia dove si celebra la Santa Messa. La sera è animata da numerose manifestazioni, organizzate dai gruppi spontanei costituiti per l'occasione, tra cui canti e balli folkloristici e castagnata in piazza accompagnata dai vini novelli offerti dai produttori locali.


Motoraduno della vernaccia

Seconda settimana di settembre
Un evento interessante per gli appassionati di degustazione enologiche è sicuramente rappresentato dal Motoraduno Internazionale della Vernaccia: dal venerdi alla domenica i partecipanti si radunano nei giardini da cui partono per compiere escursioni all’interno del territorio di Riola e in altri centri dell’oristanese.


I riti della Settimana Santa

Marzo - aprile
Tra le particolarità di questo centro anche i suggestivi riti che scandiscono la Settimana Santa che hanno inizio il Giovedì Santo con il rito del lavaggio dei piedi e la consegna ai fedeli dei mazzetti di fiori benedetti “is arramaletus”, formati da erbe profumate e da fiori, mentre quello che usa il prete per il lavaggio dei piedi e formato da un mazzetto di un ramo d’isoppo. Segue la veglia notturna al Santissimo, con la recita del Rosario. Le campane, dal Venerdi Santo, tacciono in segno di lutto e i ritocchi annunzianti le funzioni, sono affidati ad un vasto stuolo di ragazzi, che, con l’accompagnamento di strumenti caratteristici di musica popolare, quali le “matraccas”“is Tabeddas” e “is arraingheddas” annunciano per le vie del paese i vari rintocchi delle funzioni. Molto suggestiva è la funzione del Venerdi Santo: s’inizia la mattina di buon’ora, con la Via Crucis lungo le quattordici stazioni, situate ciascuna in un’abitazione privata, la cui ubicazione è tramandata di generazione in generazione e che è accompagnata da numerosissimi fedeli. Di sera si assiste alla funzione de “s’ iscravamentu”, ossia la deposizione di Cristo dalla Croce. Gesù viene tolto dalla croce da due figuranti che rappresentano Nicodemo e Giuseppe D’Arimatea. Segue poi il rito de “s’interru” nel quale Gesù viene adagiato sul letto funebre per essere portato in processione per le vie del paese. Concluso il rito ha inizio la mistica e toccante processione guidata dai giovani riodesi, chiamati con l'appellativo di Is Baballottis, che incappucciati e vestiti con una tunica bianca, lunga fino ai piedi e scalzi percorrono di corsa tutte le vie del paese, che a turno (per devozione o per lo scioglimento di un voto), trasportano la pesante Croce di legno, seguiti dal simulacro del Cristo e dell'Addolorata. Dietro di loro, intanto, gli appartenenti alle Confraternite trasportano sopra “sa lettiga” il Cristo deposto e si avviano a loro volta in processione, seguiti dal parroco e da tutta la popolazione. Il tutto accompagnato dai tradizionali canti religiosi denominati goccius, carichi d’intensa spiritualità. Il Sabato Santo, sempre con le campane mute, si assiste alla messa notturna, con la benedizione del cero pasquale e dell’olio santo e la cerimonia della resurrezione di Cristo. La Domenica di Pasqua si assiste alla cerimonia de “s’incontru”, che conclude gli spettacolari riti della Settimana santa, quando i due simulacri del Cristo risorto e della Madonna sono portati in processione da due distinti cortei, uno con il Cristo risorto, accompagnato dalla confraternita delle Spirito Santo e l’altro con Maria vestita a festa, accompagnata dalla confraternita del SS. Rosario. L’incontro, preceduto dalle tre genuflessioni dei simulacri portati l’uno al cospetto dell’altro, avviene in una piazza al centro del paese, ghermita di gente e addobbata a festa. Il velo della Madonna, nero per il lutto, viene tolto dal capo ad opera della Prioressa del SS. Rosario, mentre tra fuochi d’artificio e campane a festa, un brivido di vibrante emozione pervade i presenti. Dopo l’incontro si rientra in parrocchia e si prosegue con la celebrazione della S. Messa.




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